29 dicembre, 2011

Aventador LP 700-4 senza confini!!! Superati i 370 km/h!

La Lamborghini Aventador LP 700-4 non smette di stupire!!! Ci eravamo già occupati, a fine del 2010, degli incredibili numeri che fanno di questa macchina una delle migliori al mondo, ma a quanto pare non avevamo detto tutto!!

Lamborghini Aventador LP 700-4
Già, perchè recentemente la sportiva di Sant’Agata Bolognese è stata "testata all'estremo" da giornalisti tedeschi di Sport Auto per dimostrare al mondo intero quanto veloce fosse la LP700-4 Aventador. I dati ufficiali Lamborghini hanno sempre dichiarato una velocità massima che si aggirava attorno ai 350 km/h, ma fino ad ora nessuno si era spinto cosi tanto da portarla ad una velocità del genere. Gli addetti di Sport Auto hanno invece deciso di scatenare i 700 cavalli e 690 Nm del V12 aspirato sul tracciato di Hockenheim per vedere di cosa è veramente capace la supercar bolognese. Il filmato mette in bella mostra il contagiri del bolide italiano. Il risultato finale è impressionante!!! Il conducente ha raggiunto i 370 km/h che corrispondono ad un valore pari a 354 km/h orari sul GPS. Nonostante sia stata raggiunta tale velocità (del tutto sorprendente), è molto probabile che l'Aventador potrebbe spingersi ulteriormente verso nuovi primati. E chissà che un giorno non torneremo a parlarne!!!

02 settembre, 2011

Le cascate del Marmarico ... meraviglie tra le montagne calabresi!!

Sembrerà incredibile, ma in un territorio come quello calabrese famoso e conosciuto soprattutto per le sue innumerevoli coste e spiaggie, è affascinante e oltresì facile trovare scenari montuosi "arredati" da fantastiche cascate. Accade a Bivongi, piccolo centro abitato della provincia di Reggio Calabria, dove a 800 metri sul livello del mare svettano le meravigliose "Cascate del Marmarico". Le cascate del Marmarico sono uno spettacolo, nascosto e custodito gelosamente da Madre Natura fra le montagne scoscese ed incontaminate della vallata Stilaro.
 

Con i suoi 114 metri di altezza, la cascata del Marmarico (in dialetto calabrese Cascata du Marmaricu) è la cascata più alta della Calabria e dell'Appennino Meridionale. Con il suo salto, oltre a formare tre piccoli laghi, si colloca tra le cascate più alte d'Italia!!

Si trova nell'alto corso della fiumara Stilaro, al vallone Folea. Marmarico", è una parola di origine dialettale e significa "lento" o "pesante", probabilmente dall'impressione che l'acqua, seppure in perenne caduta, sembri apparentemente formare dei filamenti immobili. La parola Folèa invece deriva dal greco φωλεὰ e significa nido.
  
Il periodo migliore per visitarle è la primavera o l'autunno per l'abbondanza d'acqua. C'è un piccolo viottolo sul fianco sinistro che porta al secondo laghetto per altezza... lo scenario è ancora più bello e maestoso. Si può fare un tuffo nel laghetto ai piedi della cascata ma l'acqua è molto gelata....



Si possono raggiungere abbastanza facilmente grazie al Servizio Cascate ovvero un itinerario guidato che percorre una suggestiva strada di montagna, effettuato con dei mezzi fuoristrada della capienza di 6, 8 e 10 passegeri.

Successivamente, dopo circa venti minuti di Jeep, arrivati al punto di confluenza tra il Vallone Folea e Ruggiero, si prosegue a piedi per 20 minuti seguendo il percorso del Folea.


Il costo dell'escursione e di 7 € a personafornito da numerose Jeep ma il modo migliore per godere a pieno dei suggestivi luoghi è quello di percorrere i sentieri che portano alle cascate a piedi.

05 luglio, 2011

2 Luglio 2011.. Stadio Olimpico... Lo show del Blasco!!!

Quello che si è svolto la sera del 2 luglio 2011 presso lo stadio "Olimpico" di Roma, è stato qualcosa di splendido.. da lasciar perplessi... un concerto show!!! ... il più bello visto finora durante la mia vita...
Se pur entrato con un po di timore, dopo aver letto di alcuni commenti sull'ultima esibizione del rocker di Zocca a San Siro, sono bastati pochi secondi dall'inizio del concerto per capire che sarebbe stato qualcosa di fenomenale!! ..
Già alle 6 di sera l'atmosfera all'interno dello stadio era caldissima... e la frenesia di vedere cosa sarebbe accaduto su quel palco immenso, alto 52 metri, cresceva sempre di più...

L'attesa in piedi fino all'inizio del concerto è stata lunghissima... ma è stata tutta ripagata!! Finalmente alle 21,30, si accendono le luci del palco e parte l'intro... Si inizia subito con "sei pazza di me" per poi proseguire con alcune canzoni del nuovo album..


Si procede con "Giocala", "Rock n’roll show", "Dici che", "Vivere o niente", "Siamo soli", "Manifesto futurista", "Alibi"e "La fine del millennio" per arrivare a "Gli spari sopra"... Un vero e proprio spettacolo!!! Sia sul palco che sugli spalti, contornato da fiammate alte fino a nove metri che si levavano in cielo dalla struttura metallica su cui si esibiva la rock star..

Si continua con "Non l’hai mica capito", "L’aquilone" ed "Eh già" ... Ma è l'arrivo del Medley composto da "Rewind", "Ti prendo e ti porto via", "Gioca con me" e "Delusa" che scatena il pubblico!!!!

Qualche minuto di riposo, e si riparte... "Canzone", "Vivere non è facile", Medley Acustico di "Ogni volta" e "Sally", per poi giungere a "Guarda dove vai"..

Ultimo break e di nuovo tutti a cantare!! E' la volta di "Un Senso", "Vita Spericolata" e in ultimo la splendida "Albachiara"..

Lo show si conclude, come sempre, con questo capolavoro... ma con l'aggiunta di un saluto amaro ahimè.. l'addio del Vasco ai tour e forse anche ai grandi concerti..
In attesa di vedere cosa accadrà prossimamente, ringrazio quest'artista per l'emozioni che è stato in grado di trasmettere in quelle 2 ore e 40 minuti si spettacolo puro!!!

05 giugno, 2011

Fukushima: c'è la fusione totale nel primo reattore..

Anche se da tempo non se ne parla più, la situazione a Fukushima dopo lo tnunami dell'11 marzo si è evoluta... anzi, ormai è degenerata!!

In una nota di qualche ora fa, la JapanTimes ha annunciato che la Tepco, dopo aver visto del fumo bianco che fuoriusciva dal primo reattore. ha provveduto ad inviare un robot per effettuare la misurazione del livello di radiottività all'interno di quest'ultimo.. Il robot, ha misurato un livello di radiazioni pari a 4000 milliSievert/ora, ovvero un valore 40 milioni di volte maggiore rispetto alla dose massima prevista (considerando come minimo la dose iniziale minima pari a 0,1 microSievert/ora). La causa più probabile dell’alto valore di radiazioni vada ricercata nella fusione quasi completa delle barre di combustibile al''interno dell'unità. 

Il flusso di materiale radioattivo è stato misurato a partire dall’analisi di una conduttura che, assicura la Tepco, è rimasta comunque intatta, annunciando che il vapore presente nella stessa provieniva probabilmente dal mare. Nonostante il danno rilevato nessun lavoratore è nei pressi della conduttura.. si guarda semplicemente l'evolversi della situazione...

Da un'altro studio condotto dalla Tomio Kawata su alcuni campioni di suolo prelevati aldilà della "no-entry zone", oltre 20 chilometri dal sito che ospita l'impianto di Fukushima Daiichi, è emerso che quest'ultimi presentano radiazioni che vanno da 5 a 1,48 milioni di becquerel per metro quadrato, ovvero la stessa quantità (1,48 milioni di becquerel) che, nel 1986, valeva l'evacuazione intorno a Chernobyl.

La Kawata ha infatti riscontrato in un sito, 25 km a nord-ovest dalla centrale, radiazioni da cesio-137 superiori addirittura a 5 milioni di becquerel per metro quadrato, mentre in altri cinque campioni prelevati oltre 30 km dalla centrale, hanno mostrato radiazioni superiori a 1,48 milioni Bq/mq.

Ora, per cercare di "rimediare" alla catastrofe sono allo studio delle possibili soluzioni. Per quanto riguarda il problema dello “smaltimento” dell’acqua radioattiva si è pensato di farla scorrere in “aree di stoccaggio temporaneo” a partire dal 20 giugno, o prima, nel caso si verificassero forti piogge. In ordine al raggiungimento dell’obiettivo precedente, la Tepco ha pensato di utilizzare grosse cisterne dal “volume” di 100 tonnellate l’una che permetteranno l’accumulo di acqua radioattiva per un valore di 40,000 tonnellate. 



Inoltre, si sta cercando di adottare nel più breve tempo possibile ogni opportuna soluzione, chimica o biologica, che possa in qualche modo sottrarre la terra contaminata alle radiazioni restituendola ai residenti prima che si trasformi in una dead zone come è avvenuto nella ex Unione Sovietica.
Le soluzioni possibili al momento appaiono essere due: piantare colture in grado di assorbire i radionuclidi di cesio (si è pensato ad esempio ai girasoli) oppure ricorrere ad un trattamento chimico del terreno mirato allo stesso fine magari con l'utilizzo delle zeoliti, minerali dalla struttura cristallina e porosa che potrebbero risultare funzionali allo scopo; Tetsuo Iguchi, esperto in rilevamenti e analisi radioattive della Nagoya University, ha commentato in merito: "abbiamo bisogno di svolgere i trattamenti il più presto possibile, entro tre anni al massimo, se passerà più tempo la gente rinuncerà definitivamente a tornare".

Cosa c'è altro da aggiungere per spingere le nostre coscenze ad andare a votare contro il referendum del 12-13 giugno favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari sul nostro territorio??

16 aprile, 2011

Thyssenkrupp: E' omicidio volontario!!!

Giustizia è stata fatta!!!! .. La sentenza del tribunale di Torino, non diminuirà certo il dolore dei familiari delle vittime, ma rende finalmente giustizia e onore ai 7 operai morti bruciati nel rogo delle acciaierie Thyssenkrupp di Torino il 6 dicebre del 2007.

La sentenza per molti versi storica pronunciata nella serata di ieri dalla Corte d'Assise del capoluogo piemontese dopo quasi 90 udienze, è stata: "Omicidio volontario compiuto da vertici e dirigenti della societa".


Pesantissime le condanne, in alcuni casi superiori alle richieste del pm Raffaele Guariniello. L'Ad della Thyssenkrupp, Harald Espenhahn, e' stato riconosciuto colpevole del reato di omicidio volontario con dolo eventuale e condannato alla pena di 16 anni e sei mesi di reclusione. Tutti colpevoli anche gli altri 5 dirigenti dell'acciaieria, condannati per omicidio colposo a pene comprese tra i 10 ed i 13 anni.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in un'intervista a "la Repubblica" ha dichiarato: "Questa sentenza dice una cosa precisa: la vita di un lavoratore non si puo' trasformare in profitto. Per la prima volta un amministratore delegato viene condannato per omicidio volontario. Non era mai successo!" .. Di "svolta epocale per la sicurezza dei lavoratori" ha parlato anche la Procura secondo la quale di tratta anche di ''un evento importantissimo per la giurisprudenza''.

Numerose le reazioni dal mondo politico. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, la sentenza ''dimostra che l'assetto sanzionatorio e' adeguato'' mentre per il candidato sindaco di Torino del PD, Piero Fassino, ''la decisione dei giudici rende giustizia alle famiglie ed e' un segnale importante per tutto il mondo del lavoro''.

Concludo dicendo che ogni tanto c'è giustizia in sto paese!!!! spero sia la svolta per decine di processi simili e che nei prossimi gradi di giudizio le pene non siano dimezzate!!!

01 marzo, 2011

Alfa Romeo 4C Concept

Da tanto tempo annunciata, ha tenuto in trepidazione i milioni di alfisti che non vedevano l'ora di vederla.. ed oggi l'attesa è finita.. 

Nel corso del Salone di Ginevra 2011, ha sfilato in anteprima assoluta, la futura coupé dell'Alfa Romeo.  Lunga circa 4 metri e con un passo di poco meno di 2,4 metri, la piccola coupè ha sorpreso tutti per le sue forme... Il suo nome è 4C Concept, ma non manterrà questo status a lungo perché dovrebbe entrare in produzione verso la fine del prossimo anno, probabilmente nello stabilimento torinese di Mirafiori, quasi in contemporanea con la Giulia – che sostituirà la 159 – e il primo Suv di casa Alfa Romeo, estrapolato dalla Jeep che sostituirà l'accoppiata Compass/Patriot.  
           
Disegnata dal Centro stile Alfa Romeo, la 4C ha un aspetto assai grintoso e accattivante e una personalità che, filosoficamente, si ricollega a quella della mitica 33 Stradale del 1967, realizzata soltanto in 18 esemplari, che venne estrapolata dalla vettura che difendeva i colori della casa del Portello nel Campionato Mondiale Marche. La 4C è una realtà e per Alfa Romeo rappresenta l’auto del futuro. Si tratta di una coupé a due posti con motore e trazione posteriore che punta sulla potenza e sull'eccezionale leggerezza per esprimere la sua vivacità e appagare gli amanti della guida sportiva. E', infatti, spinta dal motore di 1,8 litri (turbo e a iniezione diretta di benzina) della Giulietta Quadrifoglio Verde con una potenza al momento indicata in oltre 200 Cv e grazie all'eccezionale peso-forma di appena 850 kg (ripartito per il 40% sull'avantreno e per il 60% sul retrotreno) mette in campo un rapporto peso-potenza inferiore a 4 kg/Cv. Dotata di cambio a doppia frizione Alfa TCT a 6 marce e di selettore DNA - consente di modificare la risposta di acceleratore, sterzo e sistemi di gestione del dinamismo secondo la logica piú idonea al percorso e allo stile di guida - la 4C supera i 250 all'ora e raggiunge i 100 orari partendo da fermo in meno di 5 sec.

La struttura della 4C trae origine da quella della X-Bow, l'estrema roadster 2 posti della Ktm sviluppata dalla Dallara, factory italiana specializzata nella produzione di auto da gara.
Lo chassis prevede una vasca in carbonio all'interno della quale ė ricavato l'abitacolo, mentre la struttura posteriore del telaio e le cosiddette crash-box sono estesamente realizzate in alluminio. Le sospensioni anteriori sono a quadrilatero alto, mentre le posteriori seguono uno schema McPherson.

Secondo Automotive News Europe il piano produttivo della 4C prevede la realizzazione di circa 20mila unità all'anno, mentre è ipotizzato un prezzo di vendita di circa 45mila euro e non è esclusa la realizzazione di una variante spyder, che però sarebbe realizzata dall'Abarth – l'atellier sportivo del gruppo Fiat – in una tiratura che potrebbe toccare le 10mila unità.

   
      

21 febbraio, 2011

La rivolta! Mezzo mondo contro il potere...

Ultimamente, assistiamo a rivolte popolari contro i propri regimi in ogni parte del mondo... Le più note sono quelle in Tunisia, Egitto e, ultima da pochi giorni, in Libia... ma c'è mezzo mondo, che combatte per la propria libertà!!!!
Le rivolte sono cominciate alla fine del 2010, in Tunisia, quando alcune persone esasperate dalla povertà e dalle ingiustizie si sono date fuoco in piazza. In un mese e mezzo abbiamo assistito al crollo di due regimi trentennali, quello di Ben Ali in Tunisia e quello di Mubarak in Egitto, e un terzo ormai prossimo, ovvero quello di Gheddafi in Libia..

Ma la diffusione dei moti di protesta si è sparsa in molte altre nazioni... in ben altre tredici per la precisione. Ecco, quindi, paese per paese, cosa sta succedendo in Medio Oriente e in Nordafrica.

Libia: Le proteste sono iniziate mercoledì scorso (16 febbraio) nel cosiddetto “giorno della rabbia“, quando una grossa protesta si è svolta contro il regime di Mu’ammar Gheddafi, al potere da 41 anni. La repressione da parte delle forze dell’ordine è stata violentissima: da mercoledì a domenica sono state uccise almeno 250 persone, e i feriti sono centinaia. La maggior parte degli scontri si sono verificati a Bengasi, la seconda città del paese; alcuni testimoni oculari hanno dichiarato alla CNN che i manifestanti hanno preso il controllo della città. Ieri sera il figlio di Gheddafi ha parlato in tv per smentire le voci su una fuga di suo padre e avvisare la popolazione del rischio di una “guerra civile” se le rivolte nel paese continuassero. Nel frattempo le proteste sono arrivate a Tripoli: da stamattina il palazzo del governo è in fiamme. Notizie delle ultime ore, dicono che i militari di Gheddafi bombardano con i propri caccia, le popolazioni in rivolta...

Bahrein: Dopo giorni di proteste e una sanguinosa repressione, da qualche giorno l’atteggiamento del governo sembra più tranquillo e collaborativo. Sabato l’erede al trono Salman bin Hamad al-Khalifa ha deciso di rimuovere buona parte delle truppe che presidiavano piazza della Perla, il luogo di raccolta dei manifestanti, che in migliaia si sono accampati nuovamente nella piazza e hanno ripreso a dimostrare contro il governo.Domenica il principe Salman ha inoltre invitato al dialogo: sette gruppi di opposizione si sono incontrati per decidere il da farsi. Al momento migliaia di persone si trovano in Piazza della Perla. Chiedono, tra le altre cose, un’indagine sulla morte delle dieci persone uccise durante le proteste e che venga fatta chiarezza sulla scomparsa di centinaia di persone in seguito all’irruzione della polizia in Piazza della Perla lo scorso martedì mattina. Le proteste in Bahrein sono iniziate lunedì scorso. I manifestanti chiedono riforme democratiche e la trasformazione del regno in una monarchia costituzionale.

Iran: In molte città del paese sono riprese le proteste antigovernative e gli scontri tra manifestanti e forze di polizia. Sembra che domenica la polizia abbia sparato nuovamente sulla folla, uccidendo una persona a Teheran e ferendone molte altre. Nella città di Isfahan i manifestanti sono stati picchiati con bastoni, mentre in una piazza vicina si svolgeva una manifestazione pacifica sorvegliata dalle forze dell’ordine. La CNN riporta che domenica circa duecento persone si sono riunite nella piazza centrale della città per protestare contro il governo, ma sono state disperse dalle forze di sicurezza. Secondo alcuni testimoni le proteste sarebbero ancora più grandi di quelle che la scorsa settimana hanno portato alla morte di due persone. Gli scontri sono iniziati lo scorso lunedì, quando migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade di Teheran ispirandosi esplicitamente a quanto accaduto in Tunisia e in Egitto.

Iraq: Ieri alcuni uomini a volto coperto hanno dato fuoco alla sede di  una televisione indipendente in Kurdistan. L’attacco è avvenuto mentre centinaia di persone manifestavano nella città di Sulaimaniya, nella regione curda dell’Iraq, in seguito agli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine nei giorni precedenti, che hanno causato un morto e 70 feriti. I manifestanti contestano il presidente del Kurdistan Massoud Barazani e il partito democratico del Kurdistan, che si trova al governo: chiedono la fine della corruzione, il miglioramento della qualità dei servizi di base, la costruzione di muove infrastrutture, e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Yemen: Le proteste sono iniziate il 27 gennaio ispirandosi esplicitamente a quanto accaduto in Tunisia. Migliaia di manifestanti hanno protestato nelle strade della capitale Sana’a contro il governo di Ali Abdullah Saleh, presidente del paese da oltre trent’anni. Dopo giorni di contestazioni, il presidente Saleh ha promesso ai manifestanti che non si sarebbe ricandidato nelle elezioni del 2013. Le proteste però non si sono placate, anzi gli oppositori del governo hanno continuato a protestare per chiedere le immediate dimissioni di Saleh. Da dieci giorni i manifestanti protestano senza sosta e spesso si sono verificati scontri piuttosto violenti tra sostenitori e oppositori del governo.

Algeria: A gennaio diverse centinaia di persone erano scese in piazza ad Algeri, protestando contro la repressione del governo, l’aumento dei prezzi e la disoccupazione. Nel tentativo di evitare un’ondata di protesta simile a quelle avvenute in Tunisia e in Egitto, il presidente Abdelaziz Bouteflika ha interrotto lo stato di emergenza in vigore nel paese da diciannove anni. La decisione non ha comunque placato i suoi oppositori che il giorno dopo le dimissioni del presidente egiziano Mubarak sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del presidente algerino. I manifestanti erano qualche migliaio, le forze dell’ordine trentamila; sono state arrestate circa 400 persone. Una nuova manifestazione si è svolta la scorsa settimana ma il corteo è stato contenuto dalle forze dell’ordine e per ora non sembra aver ottenuto grossi risultati.

Gibuti: Migliaia di persone hanno protestato contro il governo venerdì scorso. Le forze dell’ordine hanno caricato la folla dopo il richiamo alla preghiera, sparando gas lacrimogeni contro i dimostranti. I movimenti di opposizione chiedono al presidente Ismail Omar Guelleh – la cui famiglia è al potere dal 1977 – di dimettersi prima delle elezioni che si terranno in aprile.

Egitto: A una settimana dalle dimissioni di Mubarak, gli oppositori del regime hanno festeggiato il “giorno della vittoria” con una grande manifestazione in piazza Tahrir, epicentro delle rivolte. Mubarak si è dimesso l’11 febbraio dopo 18 giorno di proteste ininterrotte. L’esercito è al potere da quel momento:  ha deciso di sciogliere il parlamento, sospendere la costituzione e indire una commissione con il compito di elaborare una nuova costituzione, che sarà sottoposta a referendum. L’esercito resterà al governo fino a settembre, quando dovrebbero tenersi nuove elezioni. Sabato i leader del G20 si sono incontrati a Parigi e si sono impegnati a sostenere i nuovi governi dell’Egitto e della Tunisia.

Giordania: Le contestazioni sono iniziate a gennaio, quando diverse migliaia di persone hanno protestato contro la povertà, la disoccupazione e l’ascesa dei prezzi dei beni di prima necessità. I manifestanti, guidati dai sindacati e dai partiti di sinistra, chiedono le dimissioni del governo guidato dal primo ministro Samir Rifai. Un’altra richiesta è l’annullamento del trattato di pace con Israele. A febbraio il re di Giordania ha sciolto il governo del paese in seguito alle proteste, e ha dato mandato a un ex generale dell’esercito di formare un nuovo governo.

Kuwait: I manifestanti chiedono maggiori diritti per le persone che risiedono da lungo tempo in Kuwait e che non hanno la cittadinanza. Si stima che nel paese circa 100mila persone si trovino in questa condizione. Nei giorni scorsi centinaia di persone sono scese in piazza per protestare; il corteo di manifestanti ha attaccato le forze dell’ordine, che hanno poi cercato di disperdere la folla con gas lacrimogeno.

Sudan: Le ragioni della protesta sono l’operato del partito del Congresso e l’aumento dei prezzi imposto dal governo. Il 30 e 31 gennaio si sono svolte delle manifestazioni a Khartum che sono state represse piuttosto duramente: diverse persone sono state arrestate e venti sono attualmente disperse. Il presidente del Sudan, Omar al-Bashir, accusato di crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale, ha detto oggi che alle prossime elezioni non si ricandiderà. Il paese sta affrontando il delicato percorso di secessione dal sud del paese, sancito da un referendum poche settimane fa, e da qualche settimana sono riprese le violenze al confine.

Siria: In Siria le manifestazioni antigovernative sono state disinnescate dal regime. I gruppi di opposizione avevano indetto per sabato 4 febbraio e domenica 5 una grande manifestazione di protesta, facendo un largo uso dei social network per mobilitare persone e risorse. L’avevano chiamato “il giorno della rabbia”. Le strade di Damasco erano piene di polizia e forze di sicurezza, specie nelle vicinanze del Parlamento, dove i manifestanti avrebbero dovuto riunirsi. Ma non è arrivato quasi nessuno, stando a quanto racconta l’Associated Press: tanto che a un certo punto persino gli agenti di polizia hanno lasciato le strade. In una rara intervista al Wall Street Journal il Bashar al-Assad ha detto che le proteste delle ultime settimane in Egitto, Tunisia e Yemen stanno accompagnando il Medio Oriente in una «nuova epoca» e che i leader dei paesi arabi devono prepararsi a essere più accomodanti rispetto alle esigenze politiche ed economiche dei propri cittadini.

Tunisia: Dopo settimane di proteste, il 14 gennaio il presidente Zine El Abidine Ben Ali ha sciolto il governo e lasciato il paese. Il premier Mohamed Ghannouchi ha preso temporaneamente il suo posto, assicurando che governerà nel rispetto della costituzione e in collaborazione con tutti i partiti. Ghannouchi ha formato ungoverno di unità nazionale e ha annunciato che le elezioni si terranno tra sei mesi. Le proteste sono inziate il 17 dicembre dopo che un giovane venditore ambulante si era dato fuoco per contestare il sequestro della sua merce: dopo di lui almeno altre cinque persone si sono date fuoco.

Palestina: Giovedì centinaia di palestinesi hanno protestato nella capitale Ramallah chiedendo ai leader di Fatah, Hamas, e delle altre fazioni politiche palestinesi di sanare i loro contrasti in vista delle elezioni municipali di settembre. In segno di solidarietà con le proteste in Egitto, a febbraio era stata organizzata una manifestazione a Gaza, repressa da Hamas.

Marocco: Ieri migliaia di persone sono scese nelle strade a Rabat chiedendo una nuova costituzione. I manifestanti hanno chiesto al governo nuovi posti di lavoro, una riforma scolastica, migliori servizi sanitari e lotta all’aumento del costo della vita. Secondo gli organizzatori della marcia i manifestanti erano circa 5000, mentre secondo la polizia erano meno di tremila. Molti indossavano bandiere tunisine o egiziane, e marciavano al grido di slogan come “la gente riufiuta una costituzione fatta per gli schiavi”, “abbasso il regime”. Poliziotti in uniforme si tenevano a distanza, ma varie testimonianze parlano di poliziotti in borghese infiltrati tra la folla e muniti di bloc notes. Le proteste non erano rivolte contro il re ma contro il primo ministro Abbas El Fassi.

14 febbraio, 2011

Il "Fenomeno" lascia... grazie di tutto!!

Non l'aveva fatto dopo l'infortunio del 12 aprile 2000, a Roma, durante la finale d'andata della Coppa Italia contro la Lazio, quando il ginocchio cedette e il tendine rotuleo del ginocchio destro si ruppe completamente.. E non lo fece neanche il 13 Febbraio 2008, quando nella partita di campionato contro il Livorno, Ronaldo subì un nuovo grave infortunio: la rottura del tendine rotuleo questa volta del ginocchio sinistro..  chiunque avrebbe lasciato.. chiunque tranne lui che, dopo un'altra lunghissima riabilitazione durata 13 mesi tornò in campo, con la casacca del Corinthians il 4 Marzo 2009.
I tifosi, gli intenditori di calcio, ma soprattutto gli interisti, lo ricordano per le sue giocate stellari della stagione 1997-98.. il suo anno migliore, quando dimostrò di essere uno dei migliori giocatori del calcio di sempre..
Arrivò a Milano nell'estate del 1997, quando Massimo Moratti riuscì ad assicurarsi le prestazioni dell'asso brasiliano pagando per intero la clausola di rescissione (48 miliardi di lire) al Barcellona. Il calciatore su subito accolto con grande entusiasmo dai tifosi. Nella stagione 97/98 (famosa per il fallo di Iuliano su Ronaldo in Juventus - Inter) l'Inter arrivò seconda in campionato, ma vinse la Coppa Uefa. A livello personale Ronaldo segnò 25 goal in campionato, e in quella stagione vinse il primo dei due Pallone d'oro che raccoglierà nella sua intera carriera sportiva.
Ma oggi, ha detto basta... Il "Fenomeno" Ronaldo Luís Nazário de Lima, che con le sue magie ha incantato una generazione intera di spettatori, ha tirato i remi in barca e ha annunciato oggi pomeriggio il suo addio al calcio: «Come potete immaginare - ha detto il Fenomeno in lacime - oggi sono qui per dirvi che chiudo la mia carriera di calciatore professionista. È stata bellissima, meravigliosa ed emozionante, con molte sconfitte ed altrettante vittorie. Sto anticipando la fine della mia carriera (inizialmente prevista per dicembre 2011) per alcune ragioni importanti . Tutti qui conoscono la sequenza dei miei infortuni, da quelli in Europa a quelli continui negli ultimi due anni, che mi hanno colpito da un lato all'altro del mio corpo, da una gamba all'altra e da un muscolo all'altro. Tutti i dolori che sento mi hanno fatto decidere di fermarmi in anticipo, e sento già nostalgia perfino dei ritiri».

   
Palmarès del Fenomeno:
  • Coppa del Brasile: 2
  • Coppa d'Olanda: 1
  • Supercoppa di Spagna: 2
  • Coppa di Spagna: 1
  • Campionato spagnolo: 1
  • Campionato Paulista: 1
  • Coppa delle Coppe: 1
  • Coppa UEFA: 1
  • Coppa Intercontinentale: 1
  • Campionato del mondo: 2
  • Bronzo olimpico: 1
  • Coppa America: 2
  • Confederations Cup: 1

L'altra faccia dei "150 anni"...

Quando mancano pochi giorni al 17 marzo e molti si interrogano se festeggiare i 150 anni per l'Unità d'Italia, c'è qualcuno che ricorda il 13 Febbraio 1861 come la fine dell'indipendenza del Sud.

Ma andiamo a ripercorrere le ultime fasi della dominazione compiuta da Garibaldi e dai Savoia sul Regno del Sud..

Il 7 Settembre 1860, quando Ga
ribaldi arriva a Napoli lasciando dietro di se le “conquiste” siciliane, il re Francesco II di Borbone, per risparmiare disordini e distruzioni alla capitale, lascia Napoli stabilendo la base operativa militare per l’ultima difesa del regno nella Piazzaforte di Gaeta. Ormai il suo esercito, indebolito dai tradimenti al soldo dei corruttori, può ben poco contro il fuoco delle truppe di Vittorio Emanuele II di Savoia capeggiate dal furioso generale Cialdini che si appresta a scippare il posto dei garibaldini e a raccogliere i frutti della strumentale spedizione al sud con l’ultima battaglia, la più sanguinosa: quello di Gaeta.
Si tratterà, come per la spedizione dei mille, di un attacco che violerà tutte le regole militari e diplomatiche internazionali, senza dichiarazione di guerra o un motivo che giustificasse l’intervento straniero in territorio autodeterminato. Un assedio estenuante che inizia sul fronte di terra il 5 novembre 1860 e durerà tre lunghissimi mesi durante i quali le truppe piemontesi mettono in campo i moderni cannoni rigati “Cavalli” a lunga gittata contro le ormai inadeguate bocche da fuoco dei napoletani. Vengono sparate contro la piazzaforte circa 500 colpi di cannone al giorno per tutto il tempo del conflitto, durante il quale il Re e la Regina Maria Sofia di Wittelsbach restano valorosamente sempre al fianco dei fedeli soldati, persino sul campo di battaglia tra le esplosioni dei colpi di cannone.. È proprio la regina ad avere un ruolo di grande spessore umano, ormai innamorata del suo popolo e del suo regno che non intende cedere all’invasore.
Inizialmente la presenza della flotta francese nel golfo impedisce a quella piemontese, rafforzata da unità napoletane i cui ufficiali sono passate al nemico, di cannoneggiare la costa. Ma, a Gennaio, Cavour da Torino convince Napoleone III a desistere dal “proteggere” i napoletani e da quel momento i bombardamenti si fanno insistenti.
Per l’esercito borbonico la battaglia é impari anche se non mancano valorosi scontri che alzano illusoriamente il morale; come quello del 22 gennaio 1861 allorchè i napoletani conseguono una parziale rivincita dopo aver subito l’8 Gennaio un bpmbardamento di dieci ore in cui vengono distrutti anche i quartieri civili. La flotta piemontese deve ritirarsi per i danni causati dagli colpi sparati dalla piazzaforte a ognuno dei quali corrisponde il grido “Viva o‘ Rre”. Alla sospensione dei bombardamenti la banda militare suona l’inno di Paisiello.
I reali napoletani sperano nell’intervento diplomatico di altre nazioni europee, magari quelle più amiche, che però non si concretizza lasciando lo schieramento napoletano sempre più in balia dello sconforto. La cancellazione delle Due Sicilie è in realtà già stata stabilita a tavolino dalle più potenti nazioni d’Europa che intendono spazzare via il più grande pericolo del mediterraneo: il connubio amichevole tra lo stato ricco e cattolico del sud e il potere temporale del Papa.
Giunge quindi il tempo delle trattative per risparmiare vite umane ma il generaleCialdini, uomo spietato e vanaglorioso, non solo non blandisce i bombardamenti ma li intensifica con maggior vigore, dirigendo le operazioni dalla sua comoda postazione nel borgo di Castellone a Mola di Gaeta, l’attuale Formia.
La capitolazione dei napoletani è inevitabile e l’11 febbraio Francesco II decide di interrompere la carneficina. La capitolazione viene sancita con una firma il 13 Febbraio che però non basta ad arrestare la sete di trionfo di Cialdini. Mentre i borbonici si apprestano a firmare la fine della resistenza e a deporre le armi, salta in aria la polveriera della Batteria “Transilvania” dove cade l’ultimo difensore di Gaeta, Carlo Giordano, un giovane di sedici anni fuggito dalla Scuola Militare della Nunziatella per difendere la sua Patria. È l’ultima vittima in ordine di tempo dei circa 2700 fedeli caduti a Gaeta che non avranno mai degna sepoltura. E poi 4000 feriti e 1500 dispersi.
Le popolazioni ovvero campani, siciliani, calabresi, lucani, pugliesi e abruzzesi falcidiati dai bombardamenti e dal tifo, in condizioni di vita rese impossibili anche da un inverno che è tra i più freddi di quel secolo, resistono fino allo spietato colpo di grazia di un generale considerato oggi uno dei padri della patria e che avrà dal Nuovo Re d’Italia Vittorio Emanuele II la nomina a Duca di Gaeta, città da lui rasa al suolo, e la medaglia al valore militare per i successivi eccidi di interi paesi del meridione.
Il Re Francesco II di Borbone e la regina Maria Sofia lasciano Gaeta il 14 febbraio imbarcandosi sulla corvetta francese “Mouette” che li porta a Civitavecchia in territorio pontificio laddove inizia il loro triste esilio. Vengono salutati con 21 colpi di salva reale della Batteria “Santa Maria” e con il triplice ammainarsi della bandiera borbonica dalla Torre d’Orlando, tra la commozione di quanti capiscono che la fine del Regno delle Due Sicilie é giunto. Al posto della bandiera bianca coi gigli viene issato il tricolore con lo stemma della dinastia Savoia a sancire la scrittura finale di una pagina cruenta cancellata dai testi scolastici ma sempre viva nella memoria del popolo napoletano che non dimentica una fine gloriosa e dignitosa di esempio ai posteri.
Nonostante gli accordi stipulati nell’armistizio, migliaia di fedeli soldati borbonici che non vogliono tradire il proprio giuramento al Re per sposare la causa militare piemontese vengono deportati al forte di Fenestrelle nella freddissima Val Chisone dove sono avviati a morte per stenti e sciolti nella calce viva in quello che viene definito il “lager dei Savoia”. Campi di concentramento anche a S. Maurizio Canavese, Alessandria, Genova, Savona, Bergamo, Milano, Parma, Modena, Bologna e in altre località settentrionali. A queste vittime si aggiungeranno nel decennio successivo quelle della repressione del brigantaggio, per un totale di circa un milione di morti su una popolazione delle Due Sicilie di circa nove milioni. Un vero e proprio genocidio che non trova alcun ricordo o commemorazione.
Qualche anno fa, a seguito di scavi per interventi urbanistici a Gaeta, sono state rinvenute testimonianze di quei giorni di terrore e sangue: scheletri, frammenti ossei, stracci di divise militari, bottoni e monete. Testimonianze del colpo di grazia dato al Regno napoletano mettendo in ginocchio la “fedelissima” Gaeta, detta anche“secondo Stato pontificio”, che pagò perché colpevole di aver ospitato undici anni prima Papa Pio IX in fuga dalla Repubblica Romana. La cittadina fu retrocessa da vicecapoluogo provinciale a cittadina di provincia per poi essere separata dalla sua storia e dalla provincia di Terra di Lavoro, regione storica del Regno delle Due Sicilie, assegnandola al Lazio nel 1927 nella nuova provincia di Latina.
Nella città è sempre viva la memoria di quei giorni e si rinnova il 13 e 14 Febbraio di ogni anno l’appuntamento con un convegno nazionale e una manifestazione commemorativa che quest’anno, in concomitanza con le celebrazioni dell’unità d’Italia, sono ancora più sentite da scrittori, artisti, storici e archivisti accomunati dal un meridionalismo che va oltre il muro della retorica che nasconde le verità sepolte della nostra storia.

E ora torno alla domanda iniziale... Meglio festeggiare i 150 anni dell'unità o ricordare e fare luce su tutti gli eventi scandalosi che hanno portato alla sottomissione del Regno del Sud da parte dei Savoia???

12 febbraio, 2011

L'occhio del satellite sulle discariche abusive..

Da oggi c'è un modo in più per combattere lo smaltimento di rifiuti, quasi sempre speciali, in discariche abisuve.. Il web!! O perlomeno i sistemi del web che sfruttano le immagini scattate dal sattellite..

E' proprio grazie a "Bing Maps", i, che carabinieri del Noe di Reggio Calabria hanno infatti inchiodato tre diverse aziende, riconducibili alla stessa persona, che smaltivano illecitamente rifiuti speciali nella vallata di Bovetto, parte sud di Reggio Calabria. Rifiuti speciali destinati a discariche regolari, ma che in realtà finivano in aree agricole per essere poi ricoperti da un sottile strato di terreno su cui venivano piantati degli ulivi. Un giro di almeno 850 tonnellate di materiale, costato agli organizzatori dell'imbroglio il sequestro di beni per un valore complessivo di sette milioni di euro..
Dalle foto satellitari gli investigatori si sono accorti che all'interno dell'area di proprietà della ditta Eko Mrf, i camion scaricavano materiale edile su un costone della collina. Successivamente quest'ultimi, hanno accertato che un'intera piccola vallata era stata riempita con materiale di scarto di lavori edili. Per nascondere la stessa discarica, secondo gli investigatori, l'amministratore della Eko Mrf, Bruno Martino, nel 2005 aveva presentato una dichiarazione di inizio attività di realizzazione di terrazzamenti per piantare un uliveto. Inoltre, secondo l'Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura, la realizzazione della discarica aveva creato concreti rischi idrogeologici. Da un sopralluogo sull'area poi, i carabinieri hanno constatato l'affiorare in superficie di rifiuti speciali non pericolosi, scarti provenienti da demolizioni, parti di pilastri in cemento, reti plastiche impiegate sui cantieri, residui bituminosi e legnami. Rifiuti speciali insomma. Da qui la decisone di denunciare 22 persone che a vario titolo avrebbero partecipato al traffico e allo smaltimento illecito. E di sequestrare tre società: la Idroterm, la Iroterm srl e la Eko Mrf, oltre a 21 mezzi d'opera (camion e ruspe), conti correnti e altri beni facenti capo alle stesse aziende.

03 febbraio, 2011

Pagani Huayra, auto o astronave spaziale???

Ecco l'ultima nata della casa automobilistica modenese Pagani.. Il suo nome è Huayra, e se non fosse perché ho specificato quale sia il settore d'interesse di quest'ultima, si potrebbe benissimamente confonderla per un'astronave!!!!


Si, perché questa supercar che è una delle più estreme mai costruite è nata, dopo ben sette anni di studi, proprio dalla piccola azienda modenese che ormai maneggia lavorazioni e tecnologie spaziali come la Nasa. 
L'auto si presenta con una lunghezza di 460 cm, una larghezza di 204 cm ed un'altezza di 116 cm. Il suo design è interamente caratterizzato da forme affusolate che la rendono una sportiva al passo coi tempi, capace di attrarre l'attenzione dei più esigenti.

      
La carrozzeria molto aerodinamica della fabbrica di San Cesario sul Panaro, è formata da un mix di titanio e carbonio e, ciò che la rende altamente esclusiva, è la presenza delle porte ad ali di gabbiano e le appendici aerodinamiche mobili, poste sia sul cofano motore che nella coda al posto dell'alettone.

Per ciò che concerne la propulsione, la Huayra, è spinta da un 12 cilindri a V da 6 litri fornito da Mercedes-AMG e appositamente realizzato per questa supercar (caso unico al mondo di fornitura "esterna" di un motore Mercedes ad un'altra marca). Il potente Mercedes-AMG M158 V12 Bi-Turbo, ha una cilindrata di 5980cc, ed è capace di erogare una potenza pari a 700 cavalli (a 5.000 giri/minuto) e 1.099 Nm di coppia massima (a 3.500 giri/minuto). Il super propulsore è gestito da una nuova trasmissione sequenziale trasversale Xtrac a sette velocità (e a singola frizione) che trasferisce la potenza direttamente agli pneumatici posteriori, permettendo al bolide di raggiungere la velocità massima impressionante di circa 378 chilometri orari e di passare da zero a cento in 3,2 secondi.

Tali prestazioni della sportiva italiana avvengono anche nonostante i 1.372 chilogrammi per il 44% all'anteriore e per il restante 56% al posteriore... 


Il prezzo? per ora la Pagani non si sbilancia, ma questa macchina dei record probabilmente polverizzerà anche il primato del listino visto che dovrebbe essere commercializzata alla stratosferica cifra di 1,5 milioni di euro...
Dopo aver constatato i numeri, le forme e le prestazioni di questo bolide, io vi rimando al quesito iniziale... E' un'auto o un'a

28 gennaio, 2011

Lamborghini Aventador LP700-4

Il Toro torna a strappare l'asfalto!!!! ... E si, parliamo della nuova Lamborghini Aventador LP700-4.. la Lambo più potente e performante di sempre.. 
La nuova Lambo lunga 478 centimetri, larga 203 e alta 114 ha un inedito telaio monoscocca in fibra di carbonio, che nonostante le aumentate dimensioni, riduce il peso a 1.575kg (peso a secco) inferiore di addirittura 90 kg rispetto alla Murcielago standard.. Tant'è che per aumentare il carico aerodinamico sulle ruote posteriori alle alte velocità, la Aventador sfrutterà un nuovo spoiler regolabile elettricamente.
Il gioiello tecnologico che spinge l'ultima nata di Bologna è quel 12 cilindri a V accompagnato dall'immancabile trazione integrale permanente e accoppiato al più innovativo cambio meccanico robotizzato mai prodotto, il "Lamborghini ISR". Quest'ultimo è un sistema meccanico robotizzato monofrizione, che con l'aggiunta della novità dell'Indipendent Shifting Rods, permette di'ottimizzare gli spostamenti dei manicotti scorrevoli degli ingranaggi di ciascuna marcia, effettuandone due alla volte nella stessa azione. Per cui quando un'asta comando toglie una marcia, l'altra asta separata "infila" la successiva in un tempo inferiore del 40% rispetto all'e-gear della sorella Gallardo.
Il nuovo V12 da 700cv, rappresenta lo stato dell'arte dell'ingegneria motoristica!! .. 12 cilindri disposti a V, 6,5 litri di cubatura, rapporto superquadro per la massima velocità di scorrimento, iniezione diretta della benzina, 4 corpi farfallati separati, 4 valvole per cilindro, impiego di leghe alluminio/silicio e lubrificazione a carter secco. In grado di erogare 700 cavalli a 8.250 g/min e 690 Nm di coppia massima a 5.500 g/min. con una curva di erogazione particolarmente generosa, su strada brucia lo 0-100 km/h in 2,9 secondi, raggiungendo la straordinaria velocità massima di 350 km/h. Roba da far impallidire il 99,9% delle supersportive mondiali. Il tutto in 235 kg di peso!!!
Ma motivo ulteriore di stupore per questa "astronave", sarà  la dotazione di un inedito sistema di sospensioni ispirato al mondo della Formula 1.. Le sospensioni Ohlins con struttura orizzontale push-rod!!! Le molle e gli ammortizzatori non saranno posizionati sul telaio delle ruote, ma collegati internamente alla scocca. Saranno posizionati trasversalmente, di fronte alla base del parabrezza, mentre nella parte posteriore saranno posizionati lateralmente vicino al motore. Un sistema che offre una serie impressionante di vantaggi: grazie alla combinazione tra doppi triangoli e push rod, il controllo delle ruote e gli ammortizzatori rimangono due elementi distinti. Di conseguenza, si ottiene una manovrabilità maggiore e la vettura può essere controllata a qualsiasi velocità. Inoltre, il collegamento rigido al telaio migliora la reazione scattante e precisa delle molle e degli ammortizzatori. La rigidità delle molle risulta, così, leggermente ridotta: il confort aumenta e la precisione rimane invariata. Sull'asse anteriore, gli ammortizzatori Öhlins sono dotati di un sistema idraulico Lifting System che consente di sollevare la parte anteriore della vettura di 40 millimetri premendo semplicemente un tasto; in questo modo è possibile affrontare più facilmente eventuali ostacoli del manto stradale.
Per quanto riguarda gli pneumatici, questo bolide, monterà all'anteriore dei 255/35, con cerchi in lega da 19 pollici e al posteriore pneumatici da 335/30, con cerchi in lega da 20 pollici!! .. Per fermarla, occorrerà un impianto frenante realizzato con dischi in materiale composito carboceramico. I dischi ventilati dell'asse anteriore avranno un diametro di 400 millimetri e trasmetteranno la loro forza frenante attraverso pinze a sei cilindri. Sull'asse posteriore, invece, saranno presenti dischi con un diametro di 380 millimetri, la cui azione è combinata a quella di pinze a quattro cilindri.

Questa Lamborghini Aventador non è solo prestazioni, ma anche comfort e tecnologia dell'infotainment.. L'equipaggiamento di serie comprende, 7 airbag compreso quello per le ginocchia, pressione dei pneumatici controllata elettronicamente, schermo touchscreen nella consolle centrale, clima bizona, fari bixeno, bluetooth, rivestimento dell'abitacolo in cuoio e sollevatore dell'avantreno per facilitare le manovre nei parcheggi. Per chi volesse aggiungere un tocco di personalità alla propria Aventador, Lamborghini riserva una ricca linea di accessori dedicati, come tinte a campione per la scocca, kit carbonio per il vano posteriore, copertura trasparente per il motore, pinze freno colorate, impianto stereo Premium e sedili regolabili elettricamente!!

Se le prestazioni sono aumentate rispetto ai precedenti modelli, i consumi dovrebbero essere stati ridotti, almeno secondo le dichiarazioni della casa, scendendo ad una media di 5,8 km/l e così anche le emissioni di CO2, vicine ai 398 g/km.

Ah, dimenticavo... La Lamborghini Aventador LP700-4 arriverà sul mercato dopo la presentazione ufficiale al Salone Internazionale dell'Auto di Ginevra e per averla, sarà necessario sborsare intorno ai 400.000 Euro!!!

07 gennaio, 2011

Festa dell'Unità o della divisione????

Con oggi, sono iniziati i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia... Ma davvero questo paese "è nato per unire" ed è sempre più unito?? .. a me, non pare!! Anzi, più si va avanti con gli anni, maggiore è il divario tra nord e sud.. non solo per ciò che riguarda lo sviluppo, le conflittualità che ci son sempre state (e sempre ci saranno), ma anche per varie scelte politiche, strategiche ed economiche che ultimamente stanno facendo si che il paese sia sempre più diviso... Un esempio?? ... E' mai possibile che nel 2011, nell'era dell'alta velocità, per andare da una città del nord (Torino / Milano) a Roccella Jonica (o in qualsiasi altra città presente sul mar Ionio) si debbano fare 18-20 ore di viaggio scendendo e cambiando in varie stazioni 3-4 volte treno???? .. viaggiando su vagoni poco confortevoli, molte volte sporchi, spesso sovraffollati, di tanto in tanto al freddo e lentissimi soprattutto quando percorrendo linee ferroviarie vecchissime, a binario unico, non ancora elettrificate..



Ecco che cosa ha comportato al sud l'avvento delle linee alta velocità / capacità da parte di trenitalia al nord..


Treni regionali lumaca che comportano forti disagi, ma che sono l'unica possibilità di movimento...




Che razza di unità è questa??!! .. Ecco che cosa ho trovato affisso presso la stazione di Roccella Jonica il 29 Dicembre 2010, quando dopo 2 cambi treno (Lamezia Terme e Catanzaro Lido) e 20 ore di viaggio (3 di ritardo) sono sceso..


La comunicazione intitola "Trenitalia ci abbandona".. ed ecco cosa dice:

Con il nuovo orario, verranno meno dalla Jonica i seguenti treni:
- Exp 953/954 da Cz Lido a Roma Termini
- Exp 890/893 da Reggio Calabria a Roma Termini
- Exp 905/908 da Cz Lido a Torino Porta Nuova
- IC 552/557 da Crotone a Roma Termini.
In più l'Itercity Notte 782/787 verrà prolungato su Reggio Calabria, consentendo ai cittadini della "Jonica" di raggiungere le città di Torino e Milano con tempi di percorrenza decisamente maggiori e più assurdi rispetto ai già soppressi ICN 750/753 e ICN 766/763.
Inoltre con la soppressione dei molti treni Exp, gli abitanti della Locride e del Catanzarese saranno costretti al cambio a Cz Lido e a Lamezia terme per raggiungere le varie città del centro-nord (Roma, Torino e Milano).


Il foglio di protesta conclude con un vivo ringraziamento... GRAZIE GOVERNO, GRAZIE REGIONE, GRAZIE TRENITALIA PER AVERCI ABBANDONATO!!!!!
La politica industriale di Trenitalia, è chiara!!! .. Eliminare ogni collegamento sovvenzionato dallo stato (Treni Espressi, Intercity notte) al fine di lasciare esclusivamente i servizi remunerativi (treni Eurostar e Alta Velocità). Remunerativi soprattutto grazie all'alto costo dei biglietti per viaggiare su quest'ultimi.

Bella unità, non vi pare?????