05 giugno, 2011

Fukushima: c'è la fusione totale nel primo reattore..

Anche se da tempo non se ne parla più, la situazione a Fukushima dopo lo tnunami dell'11 marzo si è evoluta... anzi, ormai è degenerata!!

In una nota di qualche ora fa, la JapanTimes ha annunciato che la Tepco, dopo aver visto del fumo bianco che fuoriusciva dal primo reattore. ha provveduto ad inviare un robot per effettuare la misurazione del livello di radiottività all'interno di quest'ultimo.. Il robot, ha misurato un livello di radiazioni pari a 4000 milliSievert/ora, ovvero un valore 40 milioni di volte maggiore rispetto alla dose massima prevista (considerando come minimo la dose iniziale minima pari a 0,1 microSievert/ora). La causa più probabile dell’alto valore di radiazioni vada ricercata nella fusione quasi completa delle barre di combustibile al''interno dell'unità. 

Il flusso di materiale radioattivo è stato misurato a partire dall’analisi di una conduttura che, assicura la Tepco, è rimasta comunque intatta, annunciando che il vapore presente nella stessa provieniva probabilmente dal mare. Nonostante il danno rilevato nessun lavoratore è nei pressi della conduttura.. si guarda semplicemente l'evolversi della situazione...

Da un'altro studio condotto dalla Tomio Kawata su alcuni campioni di suolo prelevati aldilà della "no-entry zone", oltre 20 chilometri dal sito che ospita l'impianto di Fukushima Daiichi, è emerso che quest'ultimi presentano radiazioni che vanno da 5 a 1,48 milioni di becquerel per metro quadrato, ovvero la stessa quantità (1,48 milioni di becquerel) che, nel 1986, valeva l'evacuazione intorno a Chernobyl.

La Kawata ha infatti riscontrato in un sito, 25 km a nord-ovest dalla centrale, radiazioni da cesio-137 superiori addirittura a 5 milioni di becquerel per metro quadrato, mentre in altri cinque campioni prelevati oltre 30 km dalla centrale, hanno mostrato radiazioni superiori a 1,48 milioni Bq/mq.

Ora, per cercare di "rimediare" alla catastrofe sono allo studio delle possibili soluzioni. Per quanto riguarda il problema dello “smaltimento” dell’acqua radioattiva si è pensato di farla scorrere in “aree di stoccaggio temporaneo” a partire dal 20 giugno, o prima, nel caso si verificassero forti piogge. In ordine al raggiungimento dell’obiettivo precedente, la Tepco ha pensato di utilizzare grosse cisterne dal “volume” di 100 tonnellate l’una che permetteranno l’accumulo di acqua radioattiva per un valore di 40,000 tonnellate. 



Inoltre, si sta cercando di adottare nel più breve tempo possibile ogni opportuna soluzione, chimica o biologica, che possa in qualche modo sottrarre la terra contaminata alle radiazioni restituendola ai residenti prima che si trasformi in una dead zone come è avvenuto nella ex Unione Sovietica.
Le soluzioni possibili al momento appaiono essere due: piantare colture in grado di assorbire i radionuclidi di cesio (si è pensato ad esempio ai girasoli) oppure ricorrere ad un trattamento chimico del terreno mirato allo stesso fine magari con l'utilizzo delle zeoliti, minerali dalla struttura cristallina e porosa che potrebbero risultare funzionali allo scopo; Tetsuo Iguchi, esperto in rilevamenti e analisi radioattive della Nagoya University, ha commentato in merito: "abbiamo bisogno di svolgere i trattamenti il più presto possibile, entro tre anni al massimo, se passerà più tempo la gente rinuncerà definitivamente a tornare".

Cosa c'è altro da aggiungere per spingere le nostre coscenze ad andare a votare contro il referendum del 12-13 giugno favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari sul nostro territorio??